Ragazze in tandem: giro d’Italia alla cieca
L’intervista a Giusi, fondatrice di “Ragazze in Tandem”, ci offre l’opportunità di esplorare il potere della solidarietà femminile nel superare sfide e nell’aiutarsi reciprocamente. Attraverso le sue parole, vedremo come questa organizzazione sia diventata un faro di supporto per donne di ogni sfondo. Giusi ci mostrerà come le donne possono unirsi, condividere esperienze e risorse per costruire un mondo in cui ciascuna donna può raggiungere il proprio potenziale. L’intervista è un’occasione per chiunque desideri comprendere meglio come la solidarietà tra donne possa contribuire al progresso e all’uguaglianza di genere. Benvenuti in un viaggio di condivisione e empowerment delle donne.
- Ciao Giusi, ci racconti come è nata l’idea di creare il progetto ‘Ragazze in-tandem’ e come l’hai organizzato?
Ragazze in-tandem è nato all’inizio di quest’anno come un progetto di cinque amiche con la passione comune per la bici e i viaggi. L’idea di crearlo stava prendendo forma già l’anno scorso da me e Laura e successivamente è piaciuta anche a Chiara, Giulia e Rossella. Chiara e Laura sono le due pilote vedenti del gruppo, io e le altre siamo persone cieche. Il tandem, naturalmente, è l’unica bicicletta pedalabile anche da chi non vede. Abbiamo capito quanto il tandem possa essere davvero inclusivo e portare beneficio psicofisico a chi lo pedala. C’è condivisione e scamio continuo e se, come nel nostro caso, chi sta dietro è una persona con disabilità visiva, non sta in sella passivamente, ma pedala, contribuisce a dare stabilità al mezzo e percepisce l’ambiente circostante con tutti gli altti sensi.
I racconti di cicloviaggi letti qua e là hanno fatto il resto. Abbiamo deciso di provare a trasmettere questa passione anche ad altri e provare a sensibilizzare sullo sport inclusivo. Questo lo facciamo partecipando ad eventi ciclistici e viaggiando. Siamo tutte sparse per l’Italia: io e Chiara siamo a Milano, Laura e Rossella a Firenze e Giulia a Venezia. Per questo non riusciamo a pedalare spesso insieme e ci lanciamo in progetti diversi. Io negli ultimi mesi ho pensato di fare un giro dell’Italia, immaginando di percorrerne il perimetro. Ho deciso di intitorlarlo ‘l’Italia in tandem… alla cieca!’ per ovvi motivi, ma anche perchè per me è il mio primo cicloviaggio che organizzo da zero e così lungo. Mettendo giù l’itinerario, mi sono accorta che devevo spezzarlo per motivi soprattutto economici. Così fra settembre e ottobre percorrerò la prima metà da Milano a Lecce, passadno da Trieste, e nella primavera del prossimo anno il versante opposto da Reggio Calabria a Milano, passando per Torino. Ho creato il percorso della prima parte del viaggio leggendo infromazioni sulle ciclovie e racconti di viaggio. Chiara mi ha aiutato a con mappa sott’occhio a sistemare meglio i chilometraggi delle varie tappe. Komoot, la nota app per ciclisti, per me non è accessibile e dunque ci vuole appunto un occhio. Mi ha dato una mano anche nel preparare materiale visivo (volantini, presentazione del progetto, ecc.). Ho creato una raccolta fondi e ho mandato centinaia di mail per incontrare enti, associazioni, persone lungo il viaggio.
- Partirete da Milano e percorrerete l’Italia intera. Quali sono gli obiettivi principali che ti proponi di raggiungere durante questo viaggio?
Gli obiettivi principali sono:
– sensibilizzare sul binomio sport e inclusione e abbattere tutte quelle barriere fisiche e mentali presenti nella nostra società;
– far comprendere quanto il tandem possa essere un mezzo inclusivo, di condivisione, benessere ed esperienziale non solo per chi come me è una persona con disabilità;
– incontrare persone ed associazioni che si occupano di ciclismo, sport per persone con disabilità, inclusione, per creare sinergie e una rete di piloti e copiloti di tandem;
– spronare sempre più persone, in particolare donne, che nel mondo ciclistico sono ancora una minoranza, ad avvicinarsi al meraviglioso mondo del cicloturismo.
- Nel tuo progetto, uno dei principali obiettivi è abbattere barriere fisiche e mentali nella società. Ti va di condividere una storia o un momento significativo vissuto a oggi?
Ce ne sarebbero tanti riguardanti barriere e steriotipi da abbattere. Gli esempi che porto spesso sono quello di essere considerata una persona da portare a spasso, bisognosa di assistenza e dell’ora d’aria, e non come una persona attiva che, come qualsiasi ciclista, ha voglia di fare un giro in bici o un cicloviaggio. Mi viene chiesto anche perchè viaggio, perchè volio andare in bici, perchè mi piace, come altro esempio, andare sott’acqua, essendo cieca; si pensa che non possano esserci soddisfazioni senza la vista. Non è affatto così, si percepiscono tantissime cose con gli altri sensi, profumi delle piante, il tipo di terreno che stiamo percorrendo, il suono di un ruscello o di qualche animale, per non parlare di tutto quello che si percepisce con il tatto. Io parlo da cicloturista, ma c’è chi trova soddisfazione nel paraciclismo. Anche noi possiamoavere ambizioni e spirito agonistico. Non apparteniamo ad un altro mondo, abbiamo una diversità più evidente di altre, ma viviamo nello stesso mondo dei cosiddetti normodotati e vogliamo anche noi viverlo al meglio.
- Hai menzionato l’importanza della condivisione e della creazione di una rete di piloti e copiloti di tandem. Quali consigli o suggerimenti hai per coloro che vorrebbero praticare il cicloturismo in tandem e contribuire all’inclusione?
Sicuramente il consiglio che posso dare è quello di non lasciarsi frenare dalla paura. C’è chi ha paura di guidare un tandem e di avere come copilota qualcuno che non ci vede, c’è chi, al contrario, ha paura di fare da copilota a qualcuno che magari non conosce bene. Se in qualche modo si è attirati dal tandem, consiglio semplicemente di provarlo, in aree sicure e lontane dal traffico, magari organizzando vere e proprie sessioni di prova, come abbiamo fatto a Milano all’inizio di settembre.
L’altro consiglio che posso dare è quello di cercare piloti o copiloti nei gruppi ciclistici sui social. Io l’anno scorso, subito dopo aver acquistato il mio tandem, ho fatto così e ho conosciuto diverse belle persone con cui ho fatto dei giri in bici, fra queste Chiara che ora sta viaggiando con me e resterà per metà del viaggio.
- Puoi parlare dei tuoi progetti futuri dopo il viaggio in corso?
Il prossimo anno, oltre a percorrere l’altro versante dell’Italia, abbiamo in programma anche il viaggio Milano-Parigi per arrivare all’inizio delle paralimpiadi di agosto. Mi hanno già chiesto di organizzare delle pedalate in più città e, sicuramente, ci sarà dell’altro!